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La giustizia riparativa come strumento giuridico e culturale

Il 1° ottobre 2025, nella sala consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, si terrà il convegno “La giustizia riparativa come strumento giuridico e culturale”, un appuntamento che intende approfondire uno dei temi più innovativi e complessi della giustizia penale contemporanea.

Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Ordine, Salvatore D’Aluiso, e della consigliera Paola Perchinunno, coordinatrice della commissione ADR Strumenti di Giustizia Complementare, prenderanno la parola esperti di primo piano:

  • Ilaria De Vanna, esperta di giustizia riparativa e formatrice qualificata presso l’European Forum of Restorative Justice e il Centro di Giustizia Riparativa Bari;
  • Federico Reggio, avvocato e professore associato di Filosofia del Diritto all’Università di Padova, formatore qualificato presso l’European Forum of Restorative Justice;
  • Pierluca Massaro, professore di Criminologia e sociologia della devianza e dei processi migratori all’Università di Bari.

A moderare e concludere i lavori sarà Guglielmo Starace, consigliere dell’Ordine e avvocato penalista.

Gli organizzatori sottolineano l’urgenza di un confronto che non resti astratto:

“La giustizia riparativa è stata invocata per anni come una via necessaria per favorire cambiamento di prospettive atto a realizzare una giustizia penale più a misura d’uomo, ossia più attenta ai bisogni di vittime e comunità civili, più responsabilizzante e umana verso gli autori di reato, nonché capace di pensare alla risposta al reato in termini riparativi e riconciliativi e non puramente ritorsivi. Sino all’avvento della Riforma Cartabia, essa rimaneva per lo più un’eventualità, collocata negli ‘interstizi’ di una normativa sostanzialmente estranea alle logiche riparative: la riforma, invece, la inserisce nell’ordinamento penalistico italiano, proponendo varie vie e modalità attraverso le quali questo paradigma innovativo può interagire con il sistema penale.

Una scelta coraggiosa – proseguono -, che però in questi ultimi anni sconta il difficile passaggio dalle ‘paper rules’ alle ‘real rules’, aprendo interrogativi non solo di tipo organizzativo ma anche pratico-applicativo: si tratta, insomma, di far interagire un sistema penale nato come statualista, reocentrico e fortemente formalizzato, con un modello di giustizia informale, dialogico, consensualistico, senza che quest’ultimo venga distorto da logiche a esso estranee. A tal fine, una riflessione che metta in contatto teoria e prassi si rivela necessaria, oggi più che mai, perché la sfida della giustizia riparativa possa essere una promessa mantenuta e non un mero correttivo a un sistema penale che comunque da anni versa in una grave crisi che ne investe non solo la prassi bensì anche la cornice etico-filosofica nel suo complesso”.

L’iniziativa, che riconosce due crediti formativi ordinari e uno deontologico, si colloca dunque come occasione di studio e confronto tra teoria e pratica, chiamando l’avvocatura a interrogarsi sul futuro della giustizia penale e sul contributo culturale che la prospettiva riparativa può offrire al sistema.

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