
Sabato 20 settembre 2025 si è celebrato il Giubileo degli Operatori della Giustizia, un evento che ha riunito in udienza dal Santo Padre Leone XIV magistrati, avvocati, personale amministrativo e tutti coloro che, a vario titolo, operano nel settore della giustizia.
La consigliera tesoriera, avvocata Roberta De Siati, ha partecipato a titolo personale all’incontro e ha vissuto con profonda intensità la giornata giubilare.
“I sentimenti che mi hanno attraversato durante questo evento giubilare – ha dichiarato De Siati – non sono stati soltanto personali. Sono sentimenti che appartengono a tutti noi avvocati, donne e uomini che, ogni giorno, danno dignità alla professione con il proprio lavoro instancabile nonostante le difficoltà procedurali, sociali, economiche. Dietro ogni toga ci sono storie di sacrifici, di notti insonni, di battaglie combattute non solo nelle aule di giustizia, ma anche nella vita quotidiana. Essere avvocati significa portare il peso di una missione civile e morale: difendere i diritti, dare voce a chi non ne ha, custodire la giustizia come bene comune”.
Parole che hanno intrecciato emozione e consapevolezza, richiamando il ruolo dell’avvocatura come presidio di legalità e difesa dei più deboli.
Roberta De Siati non ha mancato di ricordare anche le ingiustizie subite da avvocate e avvocati nel mondo, troppo spesso vittime di persecuzioni e violenze a causa dei principi che difendono. Un passaggio particolarmente toccante è stato dedicato alla lectio di S. E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del dicastero per i testi legislativi, che ha evocato la figura del giudice Rosario Livatino, martire di giustizia e modello di integrità.
“Da avvocata – ha aggiunto De Siati – mi piace pensare alla maggioranza di noi che lavora nel silenzio, condividendo un percorso che ci chiama a resistere, a migliorarci ogni giorno e a credere nella forza della giustizia e nella dignità del nostro ruolo”.
Il Giubileo ha così rappresentato non solo un momento di fede e riflessione spirituale, ma anche un’occasione di rinnovata responsabilità civile e morale per l’avvocatura.